Consulenti del lavoro per freelance IT in Italia: Costi, servizi e consigli per la scelta
Il consulente del lavoro è una figura professionale molto nota in Italia soprattutto nell’ambito della piccola e media impresa. Tuttavia, le competenze dei consulenti del lavoro sono altrettanto richieste dai lavoratori indipendenti, liberi professionisti o freelance che lavorano in ambito IT. Tale categoria infatti, attualmente in forte espansione, necessita una gestione di incarichi amministrativi che può essere esternalizzata affidandosi a un consulente del lavoro.
Vediamo come una consulenza del lavoro può essere fondamentale per un freelance in Italia: quali sono i servizi utili, i costi e come scegliere al meglio il proprio consulente del lavoro.
Cosa fa un consulente del lavoro?
Il consulente del lavoro è un professionista altamente qualificato in ambito giuridico-economico, che affianca i lavoratori indipendenti svolgendo mansioni in ambito fiscale, contrattuale e previdenziale per conto del freelance. In particolare, il consulente del lavoro si occupa di:
- Accompagnare il lavoratore indipendente nella gestione della propria situazione fiscale presso l’Agenzia delle Entrate: iscrizione, dichiarazione, pagamento dei contributi…
- Gestione degli aspetti previdenziali e contributivi con organi come l’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) o l’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul lavoro), per alcune categorie di freelance.
- Gestione dei contratti stipulati tra il lavoratore freelance e le aziende.
Se necessario, i consulenti del lavoro sono anche abilitati a rappresentare il cliente in sedi legali, offrono consulenza in ambito legislativo o giuridico, ed eventualmente si occupano di gestire il personale.
Consulenza del lavoro: quanto costa?
Come tutte le professioni, i costi di un consulente del lavoro variano in base a diversi fattori.
Bisogna innanzitutto tenere conto dei servizi che sono richiesti a un consulente del lavoro. La consulenza può infatti interessare l’insieme degli aspetti contributivi e previdenziali del lavoratore autonomo, oppure allargarsi a funzioni di rappresentanza in sedi legali.
Tenendo a mente quest’ultimo fattore, c’è anche da considerare la complessità della situazione del freelance. Se quest’ultimo ha bisogno di assistenza in un contenzioso, ad esempio, si tratta di una situazione complessa da gestire che sarà quindi proposta ad un prezzo maggiore.
Infine, anche la reputazione e l’esperienza del consulente del lavoro giocano la loro parte. Grazie all’accompagnamento di un consulente esperto, il rischio di errore è pressoché minimo, e le tariffe solitamente più elevate.
In ogni caso, il costo di base di un consulente del lavoro per un lavoratore indipendente in Italia parte da circa 100 euro mensili, per arrivare a diverse centinaia di euro al mese. Prima di scegliere il proprio consulente del lavoro, è utile chiedere preventivi a professionisti diversi, magari facendo appello anche a consulenti online, per scegliere il consulente del lavoro dal profilo più adatto alle proprie necessità e budget.
Consulente del lavoro: come scegliere?
Nella scelta di un consulente del lavoro per la propria attività autonoma, è importante tenere conto di diversi fattori. Vediamone alcuni:
- Le competenze e l’esperienza necessarie. Innanzitutto occorre accertarsi che il consulente del lavoro sia riconosciuto dallo Stato e iscritto all’Albo Professionale della categoria. Questo garantisce la competenza e professionalità di tale figura.
- La disponibilità del consulente. Da questo punto di vista, occorre valutare le proprie necessità, e accertarsi che il consulente sia in grado di prestare i propri servizi quando richiesti.
- La qualità della comunicazione. E’ fondamentale valutare un consulente del lavoro anche in base ad altre competenze, di tipo trasversale, della quale la più importante è la capacità di comunicare in maniera chiara e pertinente.
- Il costo della consulenza. Nella scelta di un consulente del lavoro, è utile definire il proprio budget mensile o annuale, per evitare di ritrovarsi con una spesa difficile da gestire.
Perché affidarsi a un consulente del lavoro?
Quando si svolge un’attività lavorativa autonoma, di qualunque tipo essa sia, non sempre si dispone delle competenze e del tempo necessari allo svolgimento dei compiti amministrativi e fiscali. Affidarsi a un consulente del lavoro può rivelarsi fondamentale per avviare e gestire la propria attività in completa serenità e sicurezza.
Il consulente del lavoro, gestendo tutti gli aspetti burocratici complessi come i contributi previdenziali e la fiscalità, garantisce un rischio minimo di errore, nonché un risparmio di tempo notevole. In ultima analisi, considerare l’opportunità di affidarsi a un consulente del lavoro può significare più tempo da dedicare ad altri progetti e quindi un aumento dello stipendio, oppure più tempo da dedicare ai propri cari o ai propri interessi, assicurandosi un migliore equilibrio tra vita privata e vita professionale.
Consulente del lavoro: esistono delle alternative?
La risposta è: sì, esistono al giorno d’oggi delle valide alternative al consulente del lavoro. Si tratta delle società di gestione, ovvero società che accompagnano i lavoratori autonomi svolgendo per loro conto le questioni amministrative, burocratiche e fiscali.
Tali società propongono servizi e benefici più ampi rispetto a quelli offerti da un consulente del lavoro. In particolare, affidandosi a una società di gestione, il lavoratore autonomo può esercitare la propria attività senza dover creare un’azienda o aprire una partita IVA. Di conseguenza, appoggiandosi a una società di gestione si evita anche la questione della scelta del regime fiscale più appropriato.
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