Come fatturare più di 65k€ senza pagare più tasse con il regime forfettario?
Quando si decide di diventare un libero professionista, un freelance o d’intraprendere un’attività autonoma, una delle prime scelte da fare è quella del regime fiscale.
Questa scelta è fondamentale perché in base al regime fiscale cambia la maniera in cui sono calcolate le tasse e cambiano gli adempimenti che devono essere rispettati.
Nella stragrande maggioranza dei casi, il lavoratore autonomo predilige il regime forfettario, un regime fiscale agevolato, che garantisce non pochi vantaggi fiscali e contabili.
Che cos’è il regime forfettario?
Il regime forfettario, è un regime fiscale agevolato per le persone fisiche che svolgono un’attività imprenditoriale, i freelance e i liberi professionisti, ovvero tutti quei lavoratori autonomi che sono obbligati ad aprire una Partita IVA.
È un regime alternativo al regime ordinario e al regime ordinario semplificato, ma per accedervi bisogna rispettare determinati requisiti sia durante il primo anno di attività che negli esercizi successivi.
UN FATTURATO ANNUO INFERIORE A 65.000 EURO E DELLE SPESE INFERIORI A 20.000 EURO
Possono accedere al Regime Forfettario tutti quei professionisti, senza alcun limite d’età, che:
- hanno fatturato meno di 65.000 euro in un anno. Nel caso in cui si esercitino più attività con codici Ateco differenti, si considereranno la somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate.
- hanno sostenuto delle spese inferiori a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, inclusi gli utili da partecipazione.
I freelance e i liberi professionisti, al primo anno di attività, potranno accedere al regime forfettario, se presumono di rispettare tali requisiti e previa comunicazione nella dichiarazione ai fini IVA (modello AA9/12).
Da notare, inoltre, che per calcolare il reddito imponibile in caso di regime forfettario, si dovrà applicare ai ricavi o ai compensi percepiti il coefficiente di redditività previsto per l’attività esercitata.
ATTENZIONE : Se anche uno solo dei requisiti d’accesso viene meno, l’anno successivo non si potrà più applicare il regime forfettario.
Quali sono i principali vantaggi del regime forfettario?
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IL PRINCIPALE VANTAGGIO: UNA TASSAZIONE PIÙ BASSA GRAZIE ALL’IMPOSTA SOSTITUTIVA
I lavoratori autonomi che hanno scelto il regime forfettario godono di una tassazione sul reddito più bassa. Quest’ultima è chiamata Imposta Sostitutiva, perché una sola aliquota sostituisce e annulla tutte le altre: IRPEF, IRAP, addizionali Comunali e Regionali. Essa è pari al 5% per i primi cinque anni (per chi ne possiede i requisiti), passa poi al 15% dal sesto anno in poi.
Solo i contributi previdenziali INPS si pagano a parte e l’aliquota può variare in base all’albo professionale di appartenenza nel caso di un libero professionista o sarà pari 25,72% se si è iscritti alla Gestione Separata INPS.
Ø Chi può pretendere all’aliquota del 5% nei primi cinque anni?
Solo i freelance, i liberi professionisti e gli altri lavoratori autonomi (consulenti indipendenti, commercianti o artigiani) detti in « STAR-UP », ovvero che intraprendono una nuova professione (imprenditoriale o artistica) mai esercitata nel corso degli ultimi tre anni (né come dipendenti né come lavoratori indipendenti) possono aderire alla tassazione del 5%.
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GLI ALTRI PRINCIPALI VANTAGGI DEL REGIME FORFETTARIO PER I LAVORATORI AUTONOMI.
Oltre all’Imposta Sostitutiva del 5% o 15%, i freelance e i liberi professionisti che adottano il regime forfettario:
- Non hanno l’obbligo della fatturazione elettronica, ovvero non dovranno emettere le fatture in formato elettronico;
- Non dovranno applicare l’IVA alle fatture emesse. Un vantaggio fiscale non trascurabile, perché, ad esempio, non si dovrà presentare la dichiarazione IVA ogni tre mesi;
- Non hanno l’obbligo della tenuta e registrazione delle scritture contabili;
- Non dovranno applicare la ritenuta d’acconto del 20% sulle fatture emesse.
Quali sono gli svantaggi del regime forfettario?
Anche se pochi, il regime forfettario comporta alcuni svantaggi:
- Non si può avere un fatturato superiore ai 65.000 euro annui;
- Non si possono superare i 20.000 euro di spese per il personale;
- Non si applica alle S.A.S., S.R.L. o SNC ma solo alle ditte individuali.
Casi particolari e casi di esclusione nel regime forfettario.
Esistono alcuni casi particolari in cui il regime forfettario non è applicabile, sebbene il fatturato del lavoratore autonomo sia inferiore ai 65.000 euro annui.
In effetti si è esclusi da questo regime fiscale agevolato se:
- Si percepiscono redditi da lavoro dipendente o pensioni per un ammontare superiore ai 30.000 euro all’anno;
- Se si sono sostenute delle spese per collaboratori o dipendenti superiori ai 20.000 euro;
- Se si è sottoposti a specifici regimi IVA come nel caso degli agricoltori;
- Se non si è residenti in Italia o in uno Stato dell’Unione Europea o aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo. Qualora i residenti in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo, volessero aderire al regime forfettario dovranno produrre il 75% dei loro ricavi in Italia;
- Se si hanno delle partecipazioni in società di persone, associazioni, imprese familiari, associazioni in partecipazione;
- Se la propria attività consiste nella vendita di fabbricati, terreni edificabili o vendita di mezzi di trasporto nuovi;
- Se si controlla direttamente o indirettamente una S.R.L.
Sei indeciso se avere un fatturato superiore ai 65.000 euro all’anno o aderire al regime forfettario fatturando meno di 65.000 euro annui?
Molti liberi professionisti scelgono di adottare una tariffa giornaliera più bassa per poter rientrare nel regime forfettario, anche se potrebbero puntare molto più in alto.
Scelta alquanto discutibile, in quanto ogni professionista dovrebbe avere un tariffario in base all’esperienza e qualità del servizio. In Italia, ad esempio nel settore IT, dove le tariffe giornaliere e dunque i fatturati dovrebbero essere più alti, molti rinunciano a lavori troppo voluminosi o si attestano su tariffe basse per non sforare i 65.000 euro, per non rientrare nel regime ordinario di P.IVA, che prevede una tassazione del 60% circa.
Con il regime “ombrello” di Hightekers, attraverso l’innovativo statuto di associato-dipendente si possono avere i tre scenari, in base alla decisione del professionista di chiudere o meno P.IVA, qualora già ne fosse in possesso o, chi per la prima volta si affaccia nel mondo del freelancing.
- Primo scenario:
Il freelance che decide di tener aperta la P.IVA regime forfettario, può fatturare con la nostra soluzione tutti i lavori in eccedenza del fatturato di 65.000 euro.
Chi ha un lavoro full time o una pensione il cui reddito non supera i 30.000 euro lordi può infatti continuare a godere del regime forfettario. I due redditi non si cumulano pertanto si ottiene un eccellente risparmio fiscale. Nella maggior parte dei casi, il contratto da dipendente che noi offriamo non supera mai i 30.000 annui.
- Secondo scenario:
Il freelance in procinto di passare dal regime forfettario a quello ordinario (o passare ad SRL), troverà in questo caso molto più conveniente chiudere definitivamente la P.IVA, per avere uno statuto che gli permette di lavorare senza soglie di fatturazione, beneficiando di una tassazione fissa e di tutti i vantaggi di un contratto.
- Terzo scenario:
Hai sempre lavorato come dipendente e stai pensando di lanciarti nel freelancing? Aprire per la prima volta P.IVA non sempre si rivela una scelta semplice, soprattutto quando il professionista ha sempre lavorato come dipendente. Le faccende burocratiche ad essa connessa sono sempre all’ordine del giorno, per non parlare del commercialista. Il regime “ombrello” di Hightekers in questo caso si collocherebbe come il giusto compromesso tra lavoro dipendente e autonomo, andando ad azzerare la parte amministrativa e burocratica.
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